Sempre uguale a se stesso, e persino con un eskimo addosso. Francesco Guccini, si è presentato – puntuale alle 19 – all’appuntamento con il pubblico di Rovigoracconta. E piazza Vittorio, per l’occasione, era traboccante, di una folla composta di più generazioni, con i 60enni con i capelli bianchi seduti vicino a ragazze poco più che maggiorenni. Tutti quanti – inutile dirlo – lì per lui.
Il popolare cantautore, però, non ha cantato – come pure qualcuno, dalla piazza, ha provato a sollecitare. La chitarra, da anni, l’ha appena al chiodo. E la sua nuova attività è quella di scrittore, da tempo in coppia con Loriano Macchiavelli, la sua metà letteraria, che lo ha accompagnato anche a Rovigo per presentare la loro ultima fatica “Tempo da elfi”, uscito lo scorso autunno.
Un giallo, con cui Guccini-Macchiavelli celebrano un fortunato ventennale di collaborazione. Colloquiando a ruota libera con Christian Mascheroni sul palco di Rovigoracconta in piazza Vittorio Emanuele II, i due hanno raccontato com’è nata in loro l’idea di scrivere e come nascono i loro romanzi. Sia pure tra loro diversi, li unisce l’amore per l’Appennino tosco-emiliano ed un certo rimpianto per la vita di un tempo con i suoi sapori scomparsi (“Come un salame di maiale allevato in casa” ha ricordato Francesco).
Guccini si è definito “esemplare in via di estinzione senza patente e cellulare” e che del computer conosce solo “l’on/off”. E si avverte nel loro racconto quanto i due si divertano a scrivere, ognuno per conto proprio all’insaputa dell’altro per poi confrontarsi ed assemblare le loro scritture, anche se – ha chiosato con tono scherzoso e la sua voce inconfondibile il cantautore – “Loriano poi mi cambia tutto”.
Articolo tratto da La Voce di Rovigo del 5 maggio 2018