GUCCINI STA COL COPERNICO: “C’È ARIA DI REGIME”

Non ha un giudizio positivo sul momento politico, va dicendo che sente in giro un’arietta, un certo sentore di Weimar. E per fare un esempio, ieri a “Circo Massimo” su Radio Capital, Francesco Guccini ha citato il caso scoppiato sul Copernico quando i docenti, ormai un centinaio dalle prime 63 firme, hanno lanciato l’appello per fare lezioni su cosa accade nel Mediterraneo.

«Hanno deciso, preside compreso, di spiegare agli alunni il fenomeno delle migrazioni, una cosa giustissima da fare, come lo è il spiegare i tanti fenomeni contemporanei – osserva Guccini intervistato da Massimo Giannini – e c’è stata subito una levata di scudi da parte di Galeazzo Bignami, adesso di Forza Italia,  a credo che venga da più oscuro confine, e della Borgonzoni: hanno sollevato un putiferio. Ora se si lede la libertà di insegnamento si va al confino col regime, è pericolosa questa iniziativa dell’ispezione». Guccini fa riferimento all’interrogazione di Bignami al ministro Marco Bussetti e all’iniziativa della sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni di informarlo. L’esito, da quanto risulta, è stata una richiesta di chiarimenti da parte del Gabinetto del ministro all’ufficio scolastico regionale. Un episodio, quello del Copernico, insiste il cantautore, che somiglia a «un tentativo di regime: ti faccio star zitto, ti obbligo a star zitto». Sull’intolleranza rispetto ai migranti e sull’antisemitismo aggiunge: «è incredibile come la memoria sia così corta negli italiani, ci si dimentica che tanta gente è andata a guadagnarsi il pane all’estero. Oggi ci si dimentica di questo, si bada a quel poco che si ha e si ha paura del diverso». Intanto si moltiplicano le iniziative nelle scuole e la solidarietà: quella di Usb («pronti a difendere in piazza i docenti») e del Portico della pace. Il liceo ha invitato a scuola lo stesso Bignami e il leghista Umberto Bosco. «Solidarietà inutile», chiosa ora il consigliere del Carroccio, visto che il preside «si è dimostrato aperto al dialogo e ci potrà presto essere il confronto».

 

Articolo tratto da La Repubblica – Edizione di Bologna del 7 febbraio 2019